Gothic & Dark Age

Edgar Allan Poe

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view post Posted on 28/12/2005, 12:31




Edgar Allan Poe (Boston, 19 gennaio 1809 - Baltimora, 7 ottobre 1849) fu uno scrittore statunitense, un poeta e un saggista considerato tra le figure più importanti della letteratura americana, inventore del racconto poliziesco (detective story) e del giallo psicologico (psychological thriller).

Biografia:
I primi anni di vita:
Edgar Poe, secondogenito di una coppia di attori girovaghi, nasce a Boston nel 1809. Già orfano di padre all'età di un anno, nel 1811 morta anche la madre, venne accolto da un mercante di tabacco di origine scozzese di Richmond in Virginia, John Allan, che lo allevò senza però adottarlo legalmente.
Egli usò comunque il cognome del benefattore a lungo pur non avendone diritto e solo nel 1824 lo adottò come suo secondo nome.

Il suo primo libro:
Nel 1815 Edgar si trasferì con gli Allan in Inghilterra dove frequentò le scuole fino al 1820.
Da bambino rivelò una eccezionale memoria ed una mirabile predisposizione alla musica ed alla poesia. Una esagerata passione che forse fu causa del violento squilibrio al sistema nervoso della sua esile fibra. Di se stesso scrisse:
Nella mia infanzia mostrai di avere ereditato questi caratteri di famiglia; discendo da una razza che si è sempre distinta per immaginazione e temperamento facilmente eccitabile…
I genitori adottivi gli vollero dare un’educazione strettamente inglese. Studiò in Inghilterra dove i massimi scrittori e poeti inglesi esercitarono enorme influenza sulla sua eccezionale sensibilità Le memorie di quel tempo sono raccontate nel William Wilson dove descrive la sua scuola di Stoke Newington antichissima casa di un misteriosissimo villaggio dell’Inghilterra ricco di passeggiate fantastiche sulle quali gettavano perennemente le loro grandi ombre immemorabili olmi.
Tornò in America nel 1821, a undici anni, dove compose le sue prime poesie. Licenziato nel 1825 dall’Accademia di Richmond si invaghì di Elena Stannard, madre di un suo compagno di studi, Inconsolabile per la precoce morte della signora Stannard dalle lettere si desume che per parecchi mesi si recò solo, di notte, anche sotto la pioggia, a piangere disperatamente sulla tomba di lei. In quell’anno compose rime ad Elena, poi a Leonora, Irene, Paeau. Ma solo Elmira Royster ebbe su di lui un fascino irresistibile: si amarono con passione ma il loro matrimonio fu ostacolato dal padre della fanciulla per vecchi rancori con il signor Allan padre adottivo del Poe. Per lo sconforto da quella triste vicenda che di nuovo gli sconvolse l’animo compose la poesia Tamerlano. Per il Poe l’anno 1826 fu decisivo perché abbandonò il padre che non volle sostenere i suoi debiti per la vita studentesca dissipata che aveva condotto all’Università di Virginia. Accusato di aver contratto debiti di gioco, si trasferì a Boston dove pubblicò a proprie spese nel 1827 il suo primo libro di poesie "Tamerlano e altre poesie" (Tamerlane and other poems) che risentivano dell'impronta byroniana e che che gli meritarono la prima fama. alla morte del padre adottivo, avvenuta nel 1834, non essendoci stata alcuna riconciliazione, non gli lasciò nulla in eredità.

Cadetto a West Point:
Non si conosce con esattezza la sua vita fino al 1833. si può desumere che, inseguendo di se stesso un'immagine romantica, si arruolò nell'esercito statunitense raggiungendo il grado di sergente maggiore e fu, in qualità di cadetto, a West Point fino a quando si fece deliberatamente espellere per infrazioni disciplinari.
Poi, lo ritroviamo indicato vincitore del premio di cento dollari offerto dal giornale letterario Saturday Visitor di Baltimora , con il Manoscritto trovato in una bottiglia e con la poesia Il Colosseo.

I primi racconti:
Iniziò a guadagnarsi la vita scrivendo, a Baltimora, Richmond, New York e Filadelfia e nel 1835 pubblicherà i suoi primi racconti sul Courier oltre ad entrare a far parte della redazione del Southern Literary Messenger di Richmond, ma continuò ad avere una vita angosciosa ed oscura.
In una lettera dell’11 Settembre 1835 scritta a Kennedy, uno dei pochi suoi ammiratori, si legge:
Sono in uno stato depressivo spirituale mai fino ad ora avvertito. Mi sforzo invano sotto questa malinconia e credetemi, quando Vi dico che malgrado il miglioramento della mia condizione mi vedo sempre miserabile. Consolatemi Voi che lo potete e abbiate di me pietà perché io soffro in questa depressione di spirito che se prolungata, mi rovinerà…
L’anno successivo allo stesso, che lo criticava per le sue bizzarrie e satire rispondeva:
Dopotutto potrebbe essere vero che i miei racconti siano scritti per scherzare anche se è possibile che questo scopo sia rimasto ignoto in parte anche a me.

Il matrimonio:
Nel 1836 sposò la cugina quattordicenne, Virginia Clemm e tra varie difficoltà economiche ed inquietudini esistenziali continuò la carriera di gionalista, scrittore e saggista.
Andò a stabilirsi prima a Richmond, poi a Filadelfia dove venne assunto da T.White al Shouthern Literary Messenger come direttore con un ridicolo onorario di 540 dollari l’anno ed immediatamente licenziato per alcolismo.
Si stabilì poi a New York dove pubblicò sullo stesso Literary Messenger nel 1838 Arthur Gordon Pym in due puntate che gli procurò grande ammirazione e simpatia. Collaborò a lungo con la New York Review, col Saint Louis Messenger e con il Baltimore Book ed altri giornali letterari.
Si trasferì poi per maggiori guadagni a Filadelfia dove collaborò attivamente con l'American Museum, col Literary Examiner, col Gentleman’s Magazine, col Gift e col Graham’s Magazine.
Nonostante le sue intemperanze, la sua abilità nello scrivere favorì sempre i giornali per cui collaborava, al punto di aumentarne notevolmente la tiratura.

Gli anni del successo:
Nel 1840 pubblica a Filadelfia La casa Usher, La caduta della casa Usher, Morella, William Wilson, La cometa e La conversazione di Eiros e Charmion ed una prima raccolta dei "I racconti del grottesco e dell'arabesco" (Tales of the grotesque and the arabesque).
Nel 1841, per il Gift ed il Graham’s Magazine, scrive Eleonora e Autografia, Studi letterari e critici su scrittori contemporanei, Il ritratto ovale, La vita della morte , La maschera della morte rossa.
Nel 1843 "Lo scarabeo d'oro" (The Gold Bug) che ottenne grande successo e nel 1845 "Il corvo e altre poesie" che gli diedero la celebrità.

La crisi e la morte:
Nel 1842 pubblica Il dominio di Arnheim, Il giardino nel paesaggio, Il pozzo ed il pendolo, Il mistero di Maria Roget, opere che gravitano intorno ad una visione della realtà e contemporaneamente dell’immaginario; odio, fascino e paura, entusiasmo e diffidenza di una società dalla quale cerca di fuggire, in una prosa ricca di echi shakespeariani e metafisici.
Nel 1846 la moglie morì di tubercolosi e ciò fece sprofondare lo scrittore nella più cupa desolazione. Dopo la morte della moglie il genio dello scrittore è travolto dal dolore e dal rimpianto che egli affoga nell’alcool -ancor più di quanto già abitualmente faceva. L'estrema povertà in cui vive, lo costringe addirittura ad usare le lenzuola del corredo matrimoniale (portate in dote dalla sposa) come sudario per la moglie stessa.

Egli scrive:
"Voi chiedete: potete dirmi quale fu il terribile demone causa delle irregolarità tanto profondamente lamentate? Sì, dirò anche di più: questo fu il demone più grande che mai distrusse un uomo. Sei anni fa una donna da me amata come mai altro uomo amò una donna, disperatamente ebbe spezzata un’arteria mentre cantava ed io soffrii tutta l’agonia della sua morte… Come un folle avevo alterni intervalli di lucidità e durante questi eccessi di incoscienza assoluta io bevvi Dio solo sa quando e quanto. I miei amici preferiscono il vizio del bere piuttosto che bere al vizio: fu l’orribile, infinita oscillazione fra la speranza e la disperazione che non potei più sopportare senza la totale perdita della ragione. Ricevetti nuova vita dalla morte di quella. Ma, oh Dio, quale esistenza melanconica! Io non trovo alcun piacere nell’uso di stimolanti verso i quali sono così indulgente. Solo per il desiderio di sottrarmi alla tortura dei miei ricordi ho messo in pericolo la mia vita e non per un desiderio di piacere."

la paura della solitudine divenne allucinazione e il 7 ottobre del 1849 Poe venne trovato in stato di delirium tremens sulla banchina del porto di Baltimora, con una bottiglia vuota fra le mani. Ricoverato in ospedale, morirà dopo qualche giorno probabilmente di emorragia cerebrale.


di lui oltre a qualche racconto , come "Il cuore rivelatore" e "La maschera della morte rossa", ho letto una raccolta di poesie e prose , "Il corvo ed altri racconti" , ed è veramente affascinante , ti da una sensazione di terrore mentre leggi i suoi racconti , e le sue poesia narrano di luoghi incantati distrutti dal tempo o di sua moglie morta
il suo racconto piu bello secondo me è il corvo : parla di se stesso , seduto di fronte ad un camino , che sentendo bussare alla porta si spaventa , apre , non c'è nessuno , poi sente bussare alla finestra , apre ed entra un corvo , che si posa sul busto di minerva sopra il camino , ed inizia una conversazione col corvo anche se l'unica cosa che il corvo dice in verità è solo "Mai più" , veramente bello questo racconto.
 
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view post Posted on 29/12/2005, 19:23




vi voglio fare un regalo :

Il Corvo
by Edgar Allan Poe
(1845)
Era una cupa mezzanotte e mentre stanco meditavo
Su bizzarri volumi di un sapere remoto,
Mentre, il capo reclino, mi ero quasi assopito,
D’improvviso udii bussare leggermente alla porta.
"C’è qualcuno" mi dissi " che bussa alla mia porta
Solo questo e nulla più."
Ah, ricordo chiaramente quel dicembre desolato,
Dalle braci morenti scorgevo i fantasmi al suolo.
Bramavo il giorno e invano domandavo ai miei libri
Un sollievo al dolore per la perduta Lenore,
La rara radiosa fanciulla che gli angeli chiamano Lenore
E che nessuno, qui, chiamerà mai più.
E al serico, triste, incerto fruscio delle purpuree tende
Rabbrividivo, colmo di assurdi tenori inauditi,
Ebbene ripetessi, per acquietare i battiti del cuore:
"E’ qualcuno alla porta, che chiede di entrare,
Qualcuno attardato, che mi chiede di entrare.
Ecco: è questo e nulla più"
Poi mi feci coraggio e senza più esitare
"Signore," dissi "o Signora, vi prego, perdonatemi,
ma ero un po’ assopito ed il vostro lieve tocco,
Il vostro così debole bussare mi ha fatto dubitare
Di avervi veramente udito". Qui spalancai la porta:
C’erano solo tenebre e nulla più."
Nelle tenebre a lungo, gli occhi fissi in profondo,
Stupefatto, impaurito sognai sogni che mai
Si era osato sognare: ma nessuno violò
Quel silenzio e soltanto una voce, la mia,
Bisbigliò la parola "Lenore" e un eco rispose:
"Lenore". Solo quello e nulla più.
Rientrai nella mia stanza, l’anima che bruciava.
Ma ben presto, di nuovo, si udì battere fuori,
E più forte di prima. "Certo" dissi "è qualcosa
Proprio alla mia finestra: esplorerò il mistero,
Renderò pace al cuore, esplorerò il mistero.
Ma è solo il vento, nulla più."
Allora spalancai le imposte e sbattendo le ali
Entrò un Corvo maestoso dei santi tempi antichi
Che non fece un inchino, né si fermò un istante.
E con aria di dame o di gran gentiluomo
Si appollaiò su un busto di Palladie sulla porta
Si posò, si sedette, e nulla più.
Poi quell’uccello d’ebano, col suo austero decoro,
Indusse ad un sorriso le mie fantasie meste,
“perché" dissi "rasata sia la tua cresta, un vile
Non sei, orrido, antico Corvo venuto da notturne rive.
Qual è il tuo nome nobile sulle plutonie rive?"
Disse il Corvo: "Mai più".

Ma quel corvo posato solitario sul placido busto,
Come se tutta l’anima versasse in quelle parole,
Altro non disse, immobile, senza agitare piuma,
Finché non mormorai: "Altri amici di già sono volati via:
Lui se ne andrà domani, volando con le mie speranze"
Allora disse il Corvo: "Mai più".

Trasalii al silenzio interrotto da un dire tanto esatto,
"Parole" mi dissi "che sono la sua scorta sottratta
A un padrone braccato dal Disastro, perseguitato
Finché un solo ritornello non ebbe i suoi canti,
Un ritornello cupo, i canti funebri della sua speranza:
Mai, mai più".
Rasserenando ancora il Corvo le mie fantasie,
Sospinsi verso di lui, verso quel busto e la porta,
Una poltrona dove affondai tra fantasie diverse,
Pensando cosa mai l’infausto uccello del tempo antico.
Cosa mai quel sinistro, infausto e torvo anomale antico
Potesse voler dire gracchiando "Mai più".
sedevo in congetture senza dire parola
All’uccello i cui occhi di fuoco mi ardevano in cuore;
Cercavo di capire, chino il capo sul velluto
Dei cuscini dove assidua la lampada occhieggiava,
Sul viola del velluto dove la lampada luceva
E che purtroppo Lei non premerà mai più.
Parve più densa l’aria, profumata da un occulto
Turibolo, oscillato da leggeri serafini
Tintinnanti sul tappeto. "Infelice" esclamai "Dio ti manda
Un nepente dagli angeli a lenire il ricordo di Lei,
Dunque bevilo e dimentica la perduta tua Lenore!"
Disse il Corvo "Mai più".

"Profeta, figlio del male e tuttavia profeta, se uccello
Tu sei o demonio, se il maligno" io dissi "ti manda
O la tempesta, desolato ma indomito su una deserta landa
Incantata, in questa casa inseguita dall’Onore,
Io ti imploro, c’è un balsamo, dimmi, un balsamo in Galaad?"
Disse il Corvo: "Mai più".

"Profeta, figlio del male e tuttavia profeta, se uccello
Tu sei o demonio, per il Cielo che si china su noi,
Per il Dio che entrambi adoriamo, dì a quest’anima afflitta
Se nell’Eden lontano riavrà quella santa fanciulla,
la rara raggiante fanciulla che gli angeli chiamano Lenore".
Disse il Corvo: "Mai più".

"Siano queste parole d’addio" alzandomi gridai
"uccello o creatura del male, ritorna alla tempesta,
Alle plutonie rive e non lasciare una sola piuma in segno
Della tua menzogna. Intatta lascia la mia solitudine,
Togli il becco dal mio cuore e la tua figura dalla porta"
Disse il Corvo: "Mai più".

E quel Corvo senza un volo siede ancora, siede ancora
Sul pallido busto di Pallade sulla mia porta.
E sembrano i suoi occhi quelli di un diavolo sognante
E la luce della lampada getta a terra la sua ombra.
E l’anima mia dall’ombra che galleggia sul pavimento
Non si solleverà "Mai più" mai più.
 
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(\(\GoThic))
view post Posted on 30/12/2005, 00:29




un Sogno Dentro Un Sogno
by Edgar Allan Poe

questo mio bacio accogli sulla fronte!
E, da te ora separandomi,
lascia che io ti dica
che non sgabi se pensi
che furono un sogno i miei giorni;
e, tuttavia, se la speranza volo' via
in una notte o in un giorno,
in una visione o in nient' altro,
e' forse per questo meno svanita?
Tutto quello che vediamo, quel che sembriamo
non e' che un sogno dentro un sogno.
Sto nel fragore
di un lido tormentato dalla risacca,
stringo in una mano
granelli di sabbia dorata.
Soltanto pochi! E pur come scivolano via,
per le mie dita, e ricadono sul mare!
Ed io piango - io piango!
O Dio! Non potro' trattenerli con una stretta piu' salda?
O Dio! Mai potro' salvarne
almeno uno, dall' onda spietata?
Tutto quel che vediamo, quel che sembriamo
non e' che un sogno dentro un sogno?


all'inizio volevo postare un racconto , ma poi mi sono accorto che era giusto giusto un po lunghino...(5 pagine di word con caratteri Times a 12)...
...se vi interessa vi do un link dove potete trovarne alcuni , qui
io vi consiglio "la maschera della morte rossa" veramente bello

Edited by (\(\GoThic)) - 30/12/2005, 00:38
 
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MySadLove
view post Posted on 30/12/2005, 17:32




ohmy.gif ....adoro Edgar Allan Poe.....la maschera della morte rossa è incredibile.....l'ho letto a scuola la prima volta...e da lí me ne sono innamorata...... ho letto "tales of Mystery and Imagination" è in inglese...è una raccolta di racconti che contiene:

-The Fall of the House of Usher
-The Black Cat
-The Masque of the Red Death (appunto wink.gif )
-William Wilson
-The Tell-Tale Heart
 
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(\(\GoThic))
view post Posted on 7/3/2006, 01:15




bello...peccato sia in inglese...faticherei troppo a leggerlo...
 
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†Nymphetamine Overdose†
view post Posted on 22/5/2007, 21:29




è troppo bravo a scrivere.
ho letto tutto dai racconti alle poesie sia in italiano che in inglese.
incredibile come faccia tornare l'ispirazione perduta *__*
 
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Seraphim
view post Posted on 24/3/2010, 20:26




Mio maestro e mentore, insieme a Baudelaire e Dante è uno degli autori che venero.
Il suo modo di raccontare è impeccabile: è l'unico in grado di far provare la sensazione della paura, della suspance soltanto facendo leggere un racconto; un genio!

Adoro tutte le sue poesie e i suoi racconti, in particolare La caduta della casa degli Usher e la maschera della morte rossa.

Sto cercando di leggere tutte le opere, anche se alle volte le meno chieste sono difficili da trovare.

Ecco alcune sue frasi:

Sono giovane e sono poeta (se l'amore per il Bello può rendere poeti) e desidero esserlo. Io sono irrimediabilmente poeta.

Quando un pazzo sembra perfettamente ragionevole è gran tempo, credetemi, di mettergli la camicia di forza.

Primo maestro d'amore è il cuore.

Se guarderai a lungo nell'abisso, anche l'abisso vorrà guardare in te.

Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte.
 
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6 replies since 28/12/2005, 12:31   291 views
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