Gothic & Dark Age

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+GothBloodyRose+
view post Posted on 26/10/2005, 18:56




Evanescence EP (1998)


Primo dei 3 demo autoprodotti dalla band questo EP racchiude in poche canzoni lo stile di primi Evanescence che poi verrà amplificato fino a Fallen, vero album di debutto ufficiale che farà invertire la rotta rispetto ai primi anni di produzione musicale.

Questo cd composto da 6 canzoni più 1 strumentale di chiusura dimostrano come Amy Lee e Ben Moody siano un duo pieno di idee e talento. Anzi da questo momento sono a tutti gli effetti gli Evanescence, un gruppo che oltre a produrre proprie canzoni comincia anche a farsi sentire nelle serate musicali di Little Rock ed è proprio nella loro prima esibizione al Vino’s, nel dicembre del ’98, che viene rilasciato questo EP in un’edizione limitata di 100 copie, con una copertina affascinante e misteriosa al tempo stesso, tutte esaurite in quella serata. Sono presenti delle canzoni molto particolari che suscitano emozioni contrastanti, per sempre odiati od amati, una musica che si alterna dallo strumentale all’acustica per passare in alcuni passaggi ad assoli di chitarra elettrica gestiti da un acerbo Ben con influenze dal Metal, dall’elettronica e soprattutto dal Gothic Rock. E’ importante anche la presenza del piano, strumento caro ad Amy che dimostra come al di là della sua bellissima voce ci sono altre doti artistiche nella cantante che non la fanno relegare ad una sola comparsa vocale ma ad
na protagonista insieme a Ben.

Le canzoni che più risaltano questo EP sono la traccia d’apertura Where Will You Go, realizzata con una musica molto suggestiva e accompagnata da un organo che introduce in modo perfetto l’ascolto del mondo degli Evanescence e che dà la possibilità di saggiare le qualità vocali di Amy soprattutto nei cambi di tonalità più alti, quasi una voce angelica. A seguire c’è Understanding una canzone che dura più di 7 minuti, che può risultare noiosa e ripetitiva all’inizio, ma se ascoltata con calma e senza pregiudizi ti trascina per un momento fuori dalla realtà, un concentrato puro di emozioni date dal testo e dalla sua lenta melodia dei primi 4 minuti per poi portarti al momento in cui c’è il risveglio e la rabbia al tempo stesso, donate anche dall’ottimo lavoro eseguito alla batteria di Rocky Gray, qui in veste solo di una partecipazione, ma il risultato è senza dubbio di ottima fattura e che viene definito da Ben “un assurdo inno gotico”. Da aggiungere che questa è la prima canzone degli Evanescence ad essere trasmessa alla radio. Ci sarebbe anche da menzionare Imaginary, una canzone molto particolare e cara ai fans, ma che in questa sua prima versione non rende giustizia alla sua bellezza a differenza della
svolta che avverrà in Origin.

In conclusione un EP che mostra da un lato un buon talento del duo e dall’altro una già difficile collocazione in un
determinato genere musicale.





Whisper EP / Sound Asleep EP (1999)


Dopo circa 8 mesi gli Evanescence tornano con il loro secondo EP, siamo nell’agosto del ’99 e ne vengono distribuite 50 copie.

Difficile parlare di questo demo soprattutto vista la presenza di poche novità infatti si menziona come nuovo lavoro, anche se in stato di demo, di Whisper. Per il resto c’è una versione rivisitata di Understanding, una nuova traccia strumentale e 2 canzoni lente come Give Unto Me e Forgive Me, caratterizzate da un buon sound ma che sicuramente sono state aggiunte per altri scopi. Infatti ciò che forse è più importante far risaltare in questo 2° lavoro non è la musica, che rimane concettualmente la stessa, ma la voglia da parte di Amy e Ben di far vedere le proprie peculiarità. La scelta delle canzoni va letta proprio in questa direzione, un esame attento mostra come Give Unto Me sia una scelta univoca in direzione di Amy mentre il rifacimento di Understanding mostra ciò che Ben è in grado di realizzare con i propri mezzi. E queste 2 cose si riversano in Whisper prima e vera canzone di passaggio per il futuro sound degli Evanescence con un vero ritmo rockeggiante. C’è da considerare però che questo è un momento molto movimentato per il gruppo, c’è infatti da segnalare la prima presenza alle tastiere di David Hodges, nuovo componente del gruppo, che mette la sua firma nella bella Ascension Of The Spirit e mostra da subito la sua tendenza musicale che modificherà molto il sound del prossimo cd. Inoltre nei loro live cominciano a comparire John LeCompt (Mindrage, Kill System), Will Boyd (The Visitor) e Rocky Gray (Soul Embraced, Kill System e Living Sacrifice). Gli Evanescence e il loro sound cominciano a prendere forma.







Origin (2000)


4 novembre del 2000, l’origine degli Evanescence.

E’ la data in cui viene rilasciato il nuovo demo-cd Origin ad un live show svoltosi quel giorno al River Market Pavillion di Little Rock, insieme ad altre band come Living Sacrifice e Squad 5-0. Questo cd racchiude circa un anno di lavoro intenso e anche più considerando che alcune canzoni provengono da un passato molto più lontano. Questo lavoro è frutto del trio Amy Lee, Ben Moody e David Hodges in cui quest’ultimo ha messo un’impronta significativa con la sua tastiera e la sua voce, cosa che nei precedenti lavori ancora non era avvenuto. Ma anche Ben e Amy non stanno di certo a guardare anzi la loro bravura e creatività raggiunge livelli altissimi e ciascuna canzone ne è influenzata. Un cd che contiene quindi tutti i buoni propositi espressi nei precedenti demo più una maggiore perfezione nel confezionare i brani, testi più maturi e profondi che scrutano nel profondo delle emozioni e dell’animo, musiche più raffinate e addolcite dalle melodie più scure e gotiche e, per finire, ciliegina sulla torta, la presenza di una seconda voce (quella di David) e alcuni cori ben diretti da Amy.

Leggere la track list è come leggere una poesia, canzoni dal titolo forte che sorprenderanno l’ascoltatore sin dall’inizio dalla prima traccia che in realtà è solo un’intro costituita da un sound dal forte impatto che già può dare un’idea di ciò che si troverà nella seconda traccia, una Whisper rivisitata e ritmata in modo geniale da Ben con la sua chitarra. All’interno si trovano anche le nuove versioni di Imaginary e Where Will You Go che mostrano come la nuova strada intrapresa sia quella giusta. A parte queste 3 rivisitazioni il resto sono nuove canzoni ed ognuna lascia il suo segno. Ballate uniche come My Immortal e Anywhere, dove la melodia e il testo lasciano poco spazio a commenti ma solo a pure emozioni. Inni gotici accompagnati da un canto in latino in Field of Innocence (testo ripreso dal canto latino “Iesu, Rex admirabilis”) oppure da influenze più metal presenti in Lies, che si apre con uno splendido vocalizzo di Amy a voce piena. Insomma un perfetto mix di varie influenze ma tutte con lo stesso denominatore cioè una musica che evoca un qualcosa, che riesce a trasmettere un’emozione ad ogni ascolto. Ed è ciò che riesce a fare questo cd, composto in totale da 10 tracce più l’undicesima ormai di consuetudine traccia strumentale di chiusura che raggiunge nuovi livelli di produzione e inventiva che stimolano l’ascolto completo.

Si può quindi dedurre facilmente che l’appellativo demo è molto riduttivo in quanto siamo di fronte ad un vero e proprio album rifinito che potrebbe tranquillamente essere commercializzato su larga scala ma che invece ha rappresentato per gli Evanescence solo un trampolino di lancio da cui poi non tornare più indietro. Forse l’unico errore contenuto in questo album è la non presenza di una traccia come Listen to the Rain, un coro particolare ed evocativo diretto in maniera impeccabile dalla giovane Amy inizialmente inclusa nel cd ma poi scartata. Comunque questo Origin rappresenta l’apice del sound originale cercato dagli Evanescence e al tempo stesso la fine, in quanto la produzione futura sarà influenzata da ben altri fattori quali la pura passione nel cercare di creare una musica che piace e che genera direttamente dal cuore.





Fallen (4 Marzo 2003)



Dopo la pubblicazione di Origin gli Evanescence cominciano a capire che possono concepire qualcosa di più che semplici demo. A questo punto la band ha finalmente costituito un gruppo ben affiatato con Ben e Amy che si occupano dei testi e con l’aiuto di David per comporre gli arrangiamenti. In quel periodo vengono contattati dalla Wind-Up Records e messi sotto contratto per produrre il loro primo album ufficiale, Fallen che debutta a marzo del 2003.

Anche se la produzione è stata affidata a Dave Fortman bisogna dire che la partecipazione di Ben è stata fondamentale e questo mix rispecchia il sound dell’album, incentrato molto di più su un aspetto commerciale tralasciando quella musica più melodica e ricercata che faceva di Origin un punto fermo.

Se si analizzano le varie canzoni si può dire che Fallen è un vero mix non solo di generi musicali ma anche di scelte derivate da vari fattori. Il più importante è stato quello di partecipare alla colonna sonora del film Daredevil dove le atmosfere cupe e il soggetto action-hero hanno portato alcune canzoni ad una via più dark-pop, l’esempio più concreto è Bring me to life. Poi ci sono anche le idee di Amy che hanno portato a melodie più rockeggianti e dai testi ancora più introspettivi ed inoltre ci sono da considerare le influenze della casa discografica considerando che l’attuale mercato si stava spostando verso il cosiddetto nu-metal. Quindi le idee alla base dell’album erano molto diverse da ciò che aveva espresso la band precedentemente e questo passaggio ha influenzato molto la scelta da parte di David di lasciare il gruppo perché non accettava quel tipo di sound e decide quindi di andarsene prima dell’uscita dell’album poco prima della fine del 2002; comunque le canzoni a quel tempo erano quasi pronte per passare alla produzione finale.

Etichettare quindi Fallen in un determinato genere non è del tutto facile e forse anche senza senso. Anzi è proprio questo aspetto variabile che rende l’album molto accattivante, un buon mix di melodie rockeggianti con l’aiuto dell’elettronica e alcuni accenni pop, l’uso di tastiere e le ballads che non possono mancare per questo genere e cosa più fondamentale la presenza di un punto fermo su cui far girare tutto il resto, la presenza di Amy Lee cresciuta nella voce e nella consapevolezza di poter trainare l’album con la sua forte influenza e capacità di trasmettere emozioni. Oltre a questo c’è da menzionare la presenza di John LeCompt in Taking over me e Rocky Gray nella cover di Tourniquet, da lui precedentemente scritta con i Soul Embraced. Ed è proprio quest’ultima una delle canzoni che più fanno risaltare positivamente l’album e molto diversa dai vecchi canoni degli Evanescence a cui si aggiunge perfettamente nella sua successione nella track list una vecchia conoscenza rivisitata, Imaginary che continua così la parte più heavy-rock dell’album. Si passa poi alle ballads, l’ormai conosciuta My Immortal eseguita con l’aggiunta di archi e violini (un tocco di classe) e da una Hello a cui propriamente non si addice la definizione di ballad ma che regala delle forte emozioni dal solo suono scandito da un piano e dalla voce melanconica di Amy, sullo sfondo di un testo molto personale.

Album che può essere diviso in tre aree distinte: una prima parte con musiche più orecchiabili e che si avvicinano al sound di altri gruppi del momento, non a caso sono i singoli estratti dall’album. Poi la parte più heavy ma al tempo stesso melodica e per finire le due ultime canzoni che fondono le parti precedenti con un ritmo aggressivo e incalzante.

Per concludere è un album che già dal primo ascolto non passa inosservato e che si lascia ascoltare fino alla fine, probabilmente non sarà l’ultimo grido in fatto di novità nel mondo rock e sicuramente farà storcere un po’ il naso agli amanti delle melodie di Origin, ma Fallen è senza dubbio un album ben amalgamato fra testi e musica e rappresenta comunque un buon prodotto considerando che è il loro album di debutto e che la scena musicale del momento non offre di certo novità di rilievo.





Anywhere but Home (Novembre 2004)
2-disc CD/DVD Set


A quasi più di un anno dall’uscita del loro album di debutto (marzo 2003) ecco che gli Evanescence fanno uscire sul mercato il loro primo live dvd lo scorso 22 novembre 2004, qui in Italia il 19 in concomitanza con la presenza di Amy a Roma per la promozione. Un titolo che riassume in tre parole ciò che è accaduto alla band dall’uscita dell’album cioè trovarsi in tantissimi luoghi sparsi per il mondo tranne che a casa; ed è vero leggendo le date del tour invernale seguito subito a ruota da un nuovo tour estivo che li ha portati in giro per il mondo.

Il dvd è accompagnato da un cd contenente lo stesso concerto, quello tenutosi allo Zenith di Parigi, con l’aggiunta dell’inedita Missing in versione studio. Il tutto è diretto dal bravo Hamish Hamilton, che ha collaborato in passato con U2 e Peter Gabriel, e ha incluso come specials un estratto di immagini registrate dalla band in tour della durata di un’ora che mostra il vissuto durante i backstage e i dopo concerti.

Dal punto di vista tecnico non si può che parlar bene di questo dvd che si presenta vivace e ricco di intermezzi piacevoli. La qualità delle riprese è di ottima fattura, segno che si è investito molto su questo progetto. Anche il comparto audio non ha nulla da invidiare, buono il remix fatto in post-produzione che ha portato all’aggiunta dell’immancabile traccia dolby surround in 5.1 canali con un perfetto equilibrio tra musica e il suono ambientale dell’arena di Parigi. Nota dolente è che al momento risulta non perfettamente funzionante su sistemi surround il canale dedicato principalmente alla voce di Amy, infatti si nota un volume più basso rispetto al resto del suono. A parte questo la visione del concerto scorre liscia fino alla fine, le inquadrature sono tante con l’aggiunta di qualche effetto con dei rallenty in primo piano di Amy che fanno felici molti fans. La regia segue il tempo delle canzoni e, anche se a volte risulta troppo frenetica, questa scelta riesce a far coinvolgere anche chi sta seduto in poltrona e a fargli provare un’azione dinamica.

Dal punto di vista del live, della pura esibizione, si può dire che è un concerto ben riuscito. Qui Amy è un po' sottotono rispetto ad altre esibizioni forse perché si lascia troppo andare allo spettacolo concentrandosi di meno sulla sua voce però il resto del gruppo fa a dovere la sua parte con un Rocky che porta la batteria ad alti livelli, specialmente nella
cover dei Korn Thoughtless.

Piacevole anche la visione degli extra riguardanti il backstage che mostrano la vita dei 5 quando non sono sul palco, peccato per l’assenza dei sottotitoli in italiano. Alcuni diranno che sono scene superflue invece è interessante vedere il loro comportamento per alleviare lo stress da tour, è anzi un peccato che gruppi ben più famosi e blasonati non facciano
la stessa cosa.

Per finire c’è da annotare la presenza dei quattro videoclip in ottima qualità estratti da Fallen e di un easter egg, un video nascosto accessibile dal menù principale e rappresentato dall’esibizione live di Bring me to life ai Billboard Awards 2003
di Las Vegas.

In conclusione non si può che apprezzare lo sforzo fatto per produrre questo doppio cd/dvd set considerato anche il poco materiale a disposizione e visto anche il buon rapporto qualità/prezzo. Un MUST per i fans e un piacevole
prodotto per coloro che sono curiosi di conoscere questa band.

 
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